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La maggior parte dei poemi epici è arrivata a noi grazie alla forma occulta in cui gli stessi sono stati redatti e grazie a cui hanno superato le censure religiose e le violenze di stampo materialistico dei governanti a capo delle popolazioni che ci hanno preceduto.

È sufficiente ricordare l’ordine di distruzione di tutti i testi definiti “apocrifi”, come il Vangelo di Maria Maddalena, testo a oggi riscoperto e indagato, capace di risvegliare molte coscienze.

Nella sua magnifica opera, l’Odissea, il saggio e iniziato Omero ha celato in chiave misterica importanti e interessanti contenuti che proveremo a esporre in questo articolo.

Come è noto, si tratta della storia del prode Odisseo (o Ulisse), che peregrina per mari e terre sconosciute, affronta mostri e pericoli per tornare infine alla propria amata patria e alla propria sposa.

Il contenuto che trovi di seguito è stato scritto dall’ing. Stefani nel settembre 2021.

Rimettimi sulla terra, e preferirei essere uno schiavo nella casa di qualche uomo senza terra… che re di tutti questi uomini che con la vita hanno chiuso.

Omero, Odissea
Rileggere l’Odissea
L’Odissea è un poema di rara eccellenza che sembra scritto appositamente per venire in soccorso alla nostra epoca.

L’insegnamento scolastico ci ha purtroppo negato una lettura misterica e profonda di questo poema e ancora oggi si cerca di dare un errato significato letterale a molti episodi ivi narrati.

La vicenda di Odisseo (o Ulisse) è la descrizione di una iniziazione tale e quale a quelle in uso in quell’epoca in Grecia.

Di cosa si trattava?

Quella iniziazione consisteva nella ripetizione nei piani astrali e nella mente delle esperienze attraversate dal genere umano in epoche remote, nel corso quindi della sua formazione.

Chi è Ulisse?

Ulisse rappresenta un uomo astuto e ingegnoso, quale potrebbe essere un nostro contemporaneo, anche materialista, che si risveglia ed è desideroso di conoscenza per comprendere cosa si cela prima e dopo la morte fisica.

Per poter proseguire e dare una logica a questa narrazione dobbiamo prima esporre la venuta dell’essere umano in questo pianeta per mezzo di una visione spirituale.

A mio parere, la più corretta è quella comunicataci dal dott. Rudolf Steiner, una visione che combacia perfettamente con i miti del passato, con le antiche scritture indiane dei Veda e con la maggior parte delle tradizioni ancora presenti attualmente nel nostro pianeta.

Una premessa importante: per poter accettare tale narrazione dobbiamo ampliare la nostra sfera di visione, accettare che esistono assieme a noi, in questo preciso istante, degli esseri che non sono provvisti di un corpo fisico come quello che noi siamo abituati a considerare, ma esseri costituiti di pura energia, come lo saremo noi quando lasceremo il nostro involucro.

Vedere oltre: lo sviluppo spirituale

È interessante, per esempio, sottolineare un termine molto bello, utilizzato nella psicologia ebraica a corredo del “tempo”.

Si tratta del termine “ibbur” che identifica la possibilità per un essere molto evoluto spiritualmente di tornare all’interno di un corpo dopo la propria morte fisica.

Questa possibilità è concessa solo a esseri che hanno raggiunto una grande evoluzione spirituale, oppure a esseri “innamorati”.

Ma il “ritorno” sarà visibile, o meglio percepibile, solo a coloro che hanno la capacità di “vedere” oltre, ovvero a coloro che hanno uno sviluppo spirituale particolare.

Pensiamo alle vicende descritte nei Vangeli in cui si riportano le manifestazioni del Cristo dopo la sua morte, in corpi che anche i suoi discepoli faticavano a riconoscere. Molto probabilmente tale manifestazione avvenne anche nel corpo stesso di Gesù dopo il suo battesimo, quando assunse la “veste” di Cristo.

Quanto appena descritto può avvicinarci al concetto di immortalità della nostra parte animico/spirituale con due forti evidenze:

– se siamo innamorati anche solo di alcune sensazioni fisiche (troppo materialisti) potremmo entrare in corpi “vuoti” per soddisfare i nostri istinti (e ciò non è proprio lo scopo dell’evoluzione);
– se raggiungiamo un certo livello spirituale potremmo entrare in corpi, anche non “vuoti”, per aiutare il prossimo e favorire lo sviluppo dell’umanità.

Affinché ciò avvenga dovremmo avere un livello di sviluppo pari a un “santo”, ma non è detto che le nostre modeste qualità non possano risultare necessarie in determinati periodi della storia.

Scoprire le Entità di pura energia

Esistono dei metodi per poter prendere contatto e iniziare anche a vedere tali esseri, che chiameremo entità.

Tuttavia, ricorda che è sempre sconsigliabile farlo da autodidatti.
È necessaria una guida esperta e possibilmente iniziata in determinati campi sottili per evitare di trovarsi in difficoltà “energetiche”.

Inoltre, non bisogna mai cercare un contatto con entità sottili per gioco o curiosità.

Nella nostra epoca, e allo stadio di sviluppo raggiunto, il campo di visione a nostra disposizione tramite l’organo della vista è limitato entro un determinato range. Ciò è previsto proprio per evitare di distrarci e spaventarci con visioni a cui la maggior parte degli uomini non è preparata.

D’altra parte, è necessario affrontare questi argomenti perché una parte dell’umanità ha raggiunto un livello di Consapevolezza tale da poter permettersi un tentativo di dialogo e di contatto con alcune Entità.
Tutto questo può facilitare un salto evolutivo anche al resto dei popoli.

Nella tabella che troverai più avanti potrai leggere un riassunto dei vari stadi evolutivi così come abbiamo cercato di visualizzarli a partire dalla descrizione del dott. Steiner.

Il riassunto riduce il volume di lettura (abbiamo tutti sempre meno tempo libero!) e rende immediata la percezione delle informazioni. Chiediamo perdono al dott. Steiner per la riduzione, ma siamo certi che dalla dimensione in cui si trova comprenderà e anzi darà un aiuto ai sinceri ricercatori della Verità.

Oltre il velo dei condizionamenti

Fatichiamo a comprendere l’origine e lo sviluppo dell’umanità perché siamo stati educati a pensare solamente con la mente e a considerare valido solo quello che possiamo toccare fisicamente. Viviamo sempre più in quella che potremmo definire l’epoca del materialismo unico.

Molti “esperti” sono sicuri che l’uomo si sia evoluto in base alla legge del più forte e del più sano e che l’intelletto sia una naturale evoluzione da stati primitivi in cui l’uomo viveva come una scimmia.

Poniamo alla base la possibilità che io che sto scrivendo queste righe e tu che le stai pazientemente leggendo, siamo delle entità che stanno utilizzando un corpo fisico per un determinato periodo di tempo, ovvero la vita su questo pianeta, e che per poter arrivare a comprendere appieno questa affermazione dobbiamo escludere per qualche istante la mente e la parte subconscia.

Come fare?

Dobbiamo riuscire a prevalere sulla mole di informazioni che hanno composto il nostro subconscio, quindi scuola, mass media, famiglia, ecc., e lasciare che il nostro inconscio ci guidi oltre il velo dei condizionamenti, che lo strappi e ci riporti a “riveder le stelle”.

Succederà una cosa “magica”, inizieremo a porci domande, saliremo sul treno dei perché e nulla e nessuno potrà più utilizzarci come un gregge.

Questo succede quando la nostra parte spirituale ha accesso al nostro inconscio: automaticamente dialogherà con il subconscio e quindi con la parte conscia e di lì con i sensi fisici, ampliando anche le percezioni verso i mondi sottili.

Comprenderemo perché abbiamo un cervello, un cuore, un sistema nervoso e tutti gli altri organi, ma, fondamentalmente, scopriremo che il pensiero non nasce nella nostra testa e che l’essere che veramente siamo possiede delle capacità immense, oltre la soglia umana di cui sta facendo una esperienza limitata.

Sperimentare un sistema eterno

Ecco quindi che partendo da questo essere spirituale che ci compenetra comprenderemo che facciamo parte di un sistema eterno che si perpetua e che per poter agire e far fare esperienza ai propri appartenenti ha dovuto scandire lo svolgimento degli eventi, così da farli accadere secondo una sequenza temporale, dando vita alla nascita del tempo.

Questo essere spirituale non avendo necessità di avere un corpo fisico se non per fare determinate esperienze, avrebbe potuto “vivere” in qualsiasi ambiente, privo di ossigeno, con temperature elevatissime o freddissime, senza gravità o luce naturale come troviamo nel nostro pianeta.

Se accettiamo tali ipotesi possiamo comprendere appieno la tabella che segue.

Allegato 1: prospetto “Matematica cosmica”

MATEMATICA VIVENTE “UMANO COSMICA” (Rudolf Steiner)

– 18 respiri al minuto = 18x60x24 = 25.920 respiri in un giorno (media)
– 72 anni di vita media = 25.920 giorni (media)
– 72 anni corrispondono alla deambulazione del Sole di 1° (su 360 totali)
– 72anni x 360° = 25.920 anni (Anno Platonico) impiegati dal Sole per percorrere lo zodiaco
– Nutazione terrestre (rotazione della Luna) = 18 anni (il ritmo della “respirazione” della Luna è lo stesso valore assoluto del respiro umano)
– 18 “respiri” della Luna / 72 “pulsazioni” del Sole (cuore) = ¼ (corrispondenza con i 4 quadranti del nostro universo, il cuore è diviso in 4 parti, ecc.)

Perché parlare di intelletto?

Di solito nell’ambito della psicologia, il termine “intelletto” viene poco citato, a favore, invece, di parole come “mente”, “inconscio”, “subconscio”…

Perché è importante focalizzarci sull’intelletto?

Riuscire a “uscire” dalla nostra mente ed “entrare” nell’intelletto ci fa letteralmente cambiare vita.

Questo cambiamento è a nostro favore, purché siamo pronti o sappiamo accettare e desiderare di vedere oltre, spinti dalla forza di evoluzione.

Molti esseri, infatti, non desiderano modificare la propria esistenza, non vogliono lasciare la riva e preferiscono vivere già morti, ripetendo sempre le stesse cose, anzi opponendo resistenza agli altri per lo sviluppo dei percorsi di crescita.

In questo periodo, basti pensare all’anno in corso (2021), che potremmo definire “assurdo” e che mai si era presentato in questa dimensione, perlomeno in Italia, i pochi che ancora sentono nell’animo questo stimolo latente, oltre ai risvegliati ovviamente, hanno il gravoso compito di essere dei “guerrieri” per riportare l’intelletto nella popolazione cosciente.

L’unico metodo indolore consiste nell’espandere la propria mente fino a immergerla nel “nous”, nella capacità di comprendere un evento o le intenzioni di qualcuno, come afferma Omero e come risulta dagli studi antroposofici e dai Vangeli sia canonici che apocrifi.

Come giungere al nous?

La tecnica ottimale per espandere la nostra mente fino al nous consiste nel riappropriarsi dell’intelletto.

Possiamo iniziare a farlo arrivando a “pensare senza parole”: dobbiamo giungere al PENSIERO PURO.

In tutte le principali religioni e nelle sacre scritture tramandate troviamo questo insegnamento, sempre celato in forma misterica. Purtroppo, le confessioni religiose ben se ne guardano dall’esporre alla luce questo concetto, specialmente per non perdere potere e sottomissione.

Vediamo un esempio.

Il vangelo di San Giovanni inizia con “… in principio fu in Verbo …” e di norma viene insegnato che tutto iniziò da una vibrazione, una energia, ecc.

Ma se focalizziamo l’attenzione, c’è scritto “in principio”.

E ora? Ecco che possiamo scoprire che ora c’è la Luce, l’immagine, l’archetipo e che possiamo elevarci spiritualmente proprio con la Luce e le immagini, metodo con cui opera il nostro inconscio.

Quando iniziamo ad applicare il pensiero puro vedremo la nostra vita cambiare in meglio con progressione esponenziale.

L’Odissea e l’intelletto

Torniamo ora all’Odissea.

Faremo prima un rapido riassunto degli eventi fondamentali esposti nel poema e una successiva analisi interpretativa “occulta”.

Un breve riassunto letterale

Ulisse ha partecipato alla guerra di Troia aiutando i Greci grazie all’ingegno e all’astuzia che gli sono propri; inizia a peregrinare per mare per fare ritorno in patria.

Approda all’isola dei Ciclopi, esseri dotati di un solo occhio, e riesce a uscirne vincitore col loro capo; arriva all’isola di Circe e qui vede i propri compagni trasformati in porci; “scende” nell’Ade (regno dei morti) e si intrattiene con alcuni eroi caduti nella guerra di Troia.

Arriva poi all’isola delle Sirene, dove molti compagni rimangono ammaliati e lui, invece, si salva, facendosi legare saldamente all’albero della nave.

Il viaggio prosegue raggiungendo un punto particolare situato tra le località di Scilla e di Cariddi dove un gorgo marino (in realtà uno è un gorgo, l’altro sono degli scogli) risucchia le navi.

Approda a Ogigia dove la ninfa Calipso lo costringe a rimanere per sette anni fino alla liberazione da parte del dio Zeus e quindi fa ritorno verso la sua patria, Itaca, tramite la guida della dea Pallade Atena.

A Itaca rientrerà nella sua casa e ritroverà la propria sposa Penelope insidiata dai Proci; Penelope, però, era astuta: di giorno tesseva la tela e di notte la scioglieva.

Una analisi occulta (si confronti la tabella evolutiva dell’uomo)

Ulisse, od Odisseo, rivive in forma astrale l’evoluzione dell’essere umano.

Inizia dall’epoca lemurica incontrando il capo dei Ciclopi (Rif.to 1) e riuscendo a sconfiggerlo (il corpo astrale era sceso nel corpo fisico, nella materia sempre più densa).

Da qui rivive l’epoca Atlantidea, quando il cattivo uso della parte astrale era così degenerato che le passioni umane avevano fatto assumere ai corpi astrali stessi la forma di animali immondi. Circe rappresenta, pertanto, una maga che utilizzava questa forma degenerata e i compagni rappresentano la popolazione in quell’epoca evolutiva (Rif.to 2).

Quando Ulisse scende nell’Ade, quindi negli inferi, dà avvio alla propria iniziazione, la conoscenza di ciò che vi è oltre la morte. Ulisse era un iniziato e l’Odissea rappresenta il percorso fatto per la sua iniziazione.

Ora, dopo l’epoca Atlantidea, con la presenza dell’intelletto e del corpo astrale nell’uomo, nascono le arti, la musica, l’apprezzamento per la bellezza e l’armonia puramente fisiche.

Si è quindi tentati ad abbandonare la parte spirituale equilibratrice. Ed ecco che l’incontro con le Sirene e i loro canti ammalianti rappresenta il richiamo proprio di quella parte di umanità caduta che tenta di coinvolgere anche tutta l’altra parte. (Rif.to 3)

Non ti sembra che la storia si ripeta in questo nostro periodo con il tentativo di imporre un pensiero unico e di separare le coscienze?

Il periodo post atlantideo vede inoltre la nascita dei Veda e la fondazione di una religione da parte del persiano Zarathustra. Molte antiche sacre scritture parlano dei “canti delle Sirene” ovvero del richiamo che la materialità ha portato sugli esseri umani.

Ulisse si ritrova poi a passare tra Scilla e Cariddi che nella forma occulta rappresentano da una parte il “gorgo astrale” con i propri istinti, desideri e passioni che possono far annegare l’essere umano, e dall’altra il “gorgo dell’intelletto fisico”, della materialità rappresentata dalla roccia (una cosa dura e densa).

Odisseo deve navigare tra gli scogli della materialità fisica e il gorgo della vita astrale, uscirne indenne e approdare all’isola di Calipso che rappresenta la saggezza nascosta. Il nome Calipso deriva da un verbo che significa nascondere.

Giunto all’isola di Calipso, alla saggezza celata, Ulisse deve restarci per sette anni per sostenere il tempo necessario alla prova e poter osservare il futuro dell’umanità.

Occorrono sette anni di prove per giungere all’iniziazione e poter arrivare dove si trova l’anima che ha superato il gorgo delle passioni astrali.

Ulisse cerca quindi di tornare in patria, ovvero cerca la propria anima. Ritornare in patria significa voler riscoprire la propria anima.

È interessante osservare che Ulisse rientra a casa propria con i panni di un mendicante, senza alcun bene materiale prezioso con sé.

Il significato è molto profondo e corrisponde all’aver compreso che la casa dell’anima è dentro di sé e non esternamente e nei beni mondani.

Ulisse viene guidato dalla dea Pallade Atena, ovvero una figura femminile che rappresenta l’anima in generale, la saggezza e la guida, mentre la propria sposa Penelope rappresenta proprio l’anima di Ulisse a cui egli cerca di far ritorno.

Molto interessante è il significato relativo alla tela che viene tessuta di giorno e sciolta di notte. È l’intelletto che rappresenta la tela, la rete che viene intessuta attorno alle cose. Quanto abbiamo imparato dall’esperienza esterna lo intessiamo nella rete dell’intelletto e dobbiamo scioglierlo se non riusciamo a riunire intelletto e anima. L’intelletto è sterile se non ha la saggezza dell’anima.

Ecco, quindi, il significato celato nell’Odissea: un essere umano che pur essendo dotato di ingegno e di astuzia deve ritrovare la sua patria, la sua “Penelope” per poter proseguire nell’evoluzione.

Con la sola astuzia e il solo ingegno, rappresentanti la materialità, non si va da nessuna parte.

Speriamo che qualcosa venga percepito anche dai pochi potenti che gestiscono il mondo e che magari la dea Pallade Atena possa guidarli verso la Luce!

Una frase per riflettere dopo la lettura occulta dell’Odissea

Carl Gustav Jung ha espresso un concetto meraviglioso frutto della propria esperienza, riassumibile in queste poche frasi:

“Le persone confinate in un orizzonte spirituale troppo angusto possono divenire infelici anche se hanno raggiunto una elevata posizione sociale ed economica, un bel matrimonio, ecc.; se fossero vissute in un’epoca o in un ambiente nel quale l’uomo, attraverso i miti, fosse stato ancora in rapporto col mondo ancestrale e quindi con la natura sperimentata realmente e non vista solo dall’esterno avrebbe potuto evitare questo disaccordo con sé stesso.

Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli a impantanarsi nella situazione attuale, ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore… tutto ciò è ridicolo.

Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare con l’esaminare sé stesso, e poiché l’autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo.

È fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.”

Ti auguriamo di continuare la tua analisi personale anche grazie a queste parole.

Non perderti il nostro prossimo articolo: parleremo del tempo e di come Olisté ci aiuta a definirlo.

Il percorso dell’Anima come interpretato nell’opera Odissea.

Il testo che hai appena letto è stato scritto dall’ing. Stefani, nel settembre 2021.