Pensi mai a tutte le cose che sai?
La nostra esistenza è condizionata dall’educazione, dalla scienza e dai media. Sappiamo molte cose, eppure siamo ignoranti.
Sì, ignoriamo la maggior parte delle cose.
Perché tutto ciò che crediamo di sapere ci è stato insegnato dagli altri.
Solo quando iniziamo a imparare da noi stessi, smettiamo di essere inglobati in un sistema di menzogne.
Non vuoi risposte alle tue domande esistenziali? Non vuoi conoscere la Verità?
Da dove parte il cambiamento
Un qualsiasi percorso di ricerca richiede uno sforzo.
Si tratta di uno sforzo maturato dal desiderio profondo di cambiare, quindi da una spinta naturale che sentiamo viva e forte in un particolare momento della nostra Vita.
Il cambiamento ha molte forme. Può esserci in noi la necessità di dare inizio a una rivoluzione netta e repentina del nostro modo di vivere, sia in riferimento a ciò che facciamo sia in corrispondenza di ciò che pensiamo e diciamo. Ma può anche essere un percorso che ci sentiamo di dover intraprendere per migliorare e modificare quel qualcosa che non ci faceva stare bene.
All’inizio vi è quindi la scelta di cambiare.
Non è, però, sufficiente.
La parte più intensa ed emozionante di un qualsiasi percorso di cambiamento si esprime nell’azione che il cambiamento stesso promuove dentro di noi.
Spesso si tratta di tentativi. Ci capita di abbatterci perché non vediamo dei risultati immediati o non raggiungiamo l’ideale sperato. Ci capita di perderci lungo il percorso, sommersi dall’incessante scorrere degli eventi attorno a noi.
Indaga: scopri cosa influenza la tua Vita in maniera “negativa”. Scopri cosa ti impedisce di vivere un reale cambiamento.
La soluzione è semplice. E si basa tutta su una differenza sostanziale tra due delle principali parole che guidano la nostra esistenza.
Perché è meglio di Come
Quando da piccoli non capiamo cosa succede attorno a noi, ci viene spontaneo chiedere “perché?”.
Perché quel cane abbaia?
Perché quel fiore è rosso?
Perché devo stare in silenzio?
Perché non posso chiedere “perché”?
Poi cresciamo, andiamo a scuola, sviluppiamo le nostre relazioni interpersonali e smettiamo di chiedere il “perché” delle cose. Non ci interessa più capire l’origine di un problema. Ci interessa trovare una soluzione, possibilmente rapida, efficace ed economica.
Ecco quindi che iniziamo a chiederci “come”: come fare per risolvere la questione, come fare per raggiungere un obiettivo, come raggiungere il successo, come, come, come.
Non c’è nulla di sbagliato nel ricercare e studiare i metodi che più ci facilitano l’esistenza su questo pianeta.
Dove sta dunque il problema?
Il “come” non ci permette di indagare la causa. Il “come” fornisce una soluzione provvisoria, potremmo dire che ci aiuta a far pace con le conseguenze di un problema. Ma non ci porta all’origine: al “come” non interessa capire cosa sia davvero successo. Per il “come” è sufficiente ristabilire i confini dell’ordine precostituito.
Sforziamoci di capire e mettere in discussione la nostra esistenza, indaghiamo il funzionamento del sistema.
Da dove iniziare? Dalle domande che ci poniamo.
A volte ci sono delle domande giuste e delle domande sbagliate: dobbiamo saper distinguere.
Potrà sembrare una distinzione un po’ estrema quella presentata da Pierre Lassalle e Brigitte Maffray, tuttavia è necessario essere pronti a scegliere in maniera decisa per compiere quel passo in più verso la consapevolezza.
E la scelta che ti proponiamo si fonda su un assunto base: le domande giuste partono dal “perché?”, quelle sbagliate si fondano sul “come?”.
La differenza tra informazione e conoscenza
Come scrivono Lassalle e Maffray in La tua vita cambia ogni 7 anni, quando ti trovi davanti a un problema, non devi chiederti “Come faccio a liberarmene?”, ma “Perché mi ritrovo ad affrontarlo?”.
Cerca di non considerare solo le conseguenze del problema, non focalizzarti sulla soluzione provvisoria. Ricerca la causa: solo così potrai sbarazzarti definitivamente del problema.
Il “perché” presuppone un senso di responsabilità, il “perché” richiede coraggio.
Scoprire il significato di una situazione, di una prova o di una sfida esige sempre di coglierne la causa profonda attraverso il “perché”.
E questo processo di ricerca del perché determina anche il nostro rapporto con la conoscenza, con lo studio e con la lettura. Risulta più difficile per gli adulti di oggi (di fatto per qualsiasi età, considerati i condizionamenti che viviamo sin da bambini) trovare la Volontà di re-imparare tutto con le proprie forze.
Vi è infatti un’altra differenza fondamentale, quella tra informazione e conoscenza.
La nostra fonte primaria di informazione è diventata il web, o più in generale, possiamo parlare di media: ci abbeveriamo alla fonte di un’informazione vastissima, navighiamo in una rete di intricati fili senza capo né coda, per poi aggiungere qualche nozione spiccia al nostro cosiddetto sapere.
Quando, invece, compiamo lo sforzo di cui parlavamo prima, agiamo attraverso una personale ricerca. Ci impegniamo mentalmente e lasciamo da parte l’intermediazione. Andiamo a scovare la Verità nei perché che ci circondano e in tal modo varchiamo le porte della conoscenza.
Alla ricerca dei perché
Magari non è ancora arrivato il momento o magari è già da tempo che hai ridefinito il tuo rapporto con la conoscenza e intrapreso un bellissimo (e tortuoso) cammino di risveglio.
Non abbiamo la soluzione a portata di mano; anche noi siamo in cammino e ogni giorno rinnoviamo l’impegno cognitivo alla ricerca della Verità interiore.
Per esperienza possiamo dirti che ci sono dei mezzi che sostengono i nostri sforzi. La lettura è sicuramente uno di questi.
Se senti sia il momento di ridefinire il tuo rapporto con la conoscenza, se vuoi scoprire in prima persona ciò che è vero e ciò che è falso, se vuoi andare oltre le verità preconfezionate, se non ti sazi dell’informazione ricevuta, ma ricerchi lo stimolo in ogni risposta, allora devi assolutamente leggere EPISCIENZA.
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P.S.: Se ti va di condividere la tua esperienza con i “perché”, lasciaci un commento o scrivici a info@biofotoni.com.