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Siamo giunti alla fine del nostro percorso alla scoperta dei centri energetici che regolano la nostra energia vitale.

Sahasrara è, infatti, il settimo e ultimo chakra della tradizione indù.

Siamo partiti dal primo chakra, che è la base della nostra sopravvivenza; abbiamo navigato tra il secondo e il terzo chakra, alla scoperta delle nostre emozioni, per giungere al chakra del cuore e iniziare così la salita verso la nostra parte più spirituale.

La comunicazione e il rapporto con l’ambiente che ci circonda, regolato dal chakra della gola, il discernimento e l’intuizione del terzo occhio, per arrivare proprio al collegamento più alto con la spiritualità.

Ora che la tua conoscenza è completa, l’utilizzo di Epicard sarà sicuramente più consapevole.

Cos’è il Chakra Sahasrara?

Il chakra Sahasrara rappresenta il collegamento con il cielo, con la divinità interiore, con la spiritualità, con la Matrice Energetica.

Situato sulla sommità della testa e collegato alla ghiandola pineale (epifisi), apre la porta alla coscienza cosmica.

È la sede del Sé universale e della più elevata perfezione umana.

Significato del nome

Sahasrara significa “vuoto” o “dimora senza sostegno” o “dotato di mille petali”.

Altri nomi con cui è conosciuto questo chakra sono Bhru Madhya e Dvidala Padma.

Le sfere di influenza del 7° Chakra

Nel suo livello sottile, il settimo chakra pone in relazione la coscienza individuale con quella cosmica.

Nel suo aspetto fisico, attraverso la ghiandola epifisi, pone in comunicazione i cicli cosmici e planetari (giorno/notte, stagioni) con i ritmi biologici dell’essere umano.

All’interno di questo chakra la personalità individuale si dissolve nell’essenza del tutto.

Nel sistema classico indù, il chakra Sahasrara non è considerato fra quelli all’interno del corpo; nella tradizione viene sempre descritto come giacente sulla testa. In sistemi più recenti, esso è indicato leggermente al di sopra della testa.

Il concetto rimane lo stesso: Sahasrara dimora in un luogo a sé stante e ci permette di liberarci dalle costrizioni del regno fisico.

Le conseguenze e gli effetti 

Quando il settimo chakra inizia ad aprirsi viviamo momenti in cui la divisione tra l’Io interiore e la realtà esterna si annulla.
La consapevolezza diventa completa, serena e il vero “Io” appare come facente parte dell’Essere che racchiude in sé tutta la materia.

Non esistono dei veri e propri blocchi in questo chakra. Può succedere che sia sviluppato in misura maggiore o minore.

Siamo in grado di influenzare intenzionalmente l’attivazione dei sei centri energetici inferiori, ma nel caso del settimo chakra tutto quello che possiamo fare è aprirci e lasciare che le cose accadano attraverso di noi.

Se il chakra della corona non viene attivato ci sentiamo separati dal benessere, la vita ci appare senza senso e la paura della morte diventa pressante. Cerchiamo di reprimere queste sensazioni rifugiandoci in attività frenetiche o, addirittura, assumendo nuove responsabilità per sentirci indispensabili.

Uno scarso sviluppo di questo chakra si esprime con paura di vivere, difficoltà di concentrazione, confusione, scetticismo, mancanza di una visione spirituale e della percezione degli aspetti profondi dell’esistenza.

Il simbolo 

Questo è il chakra con mille petali.
Il numero mille indica l’infinita varietà in cui si manifesterà l’impulso creatore.

Su ognuno dei mille petali è scritta una delle cinquanta lettere dell’alfabeto sanscrito.

Le lettere sono suddivise su tutto il loto secondo un ordine ben preciso e ciascuna si ripete venti volte. La forza delle loro vibrazioni accresce il ruolo del settimo chakra nel governare e coordinare gli altri chakra.

Secondo le antiche scritture il loto è rivolto verso il basso, simbolo della libertà dalle cose mondane.

Sahasrara, tuttavia, è considerato al di là delle rappresentazioni simboliche più usuali, anche se il chakra viene abitualmente percepito come bianco.

Essendo, quindi, oltre i sensi, gli organi di senso e il soffio vitale, questo chakra viene anche descritto mancante della sillaba originaria (o suono-seme).

Alcune fonti, però, lo accostano alla sillaba OM.

Le caratteristiche del 7° chakra

  • Colore: viola (anche bianco e oro)
  • Elemento associato: pensiero
  • Senso: tutti i sensi
  • Tipo di energia: spirituale
  • Parole e frasi chiave: Io trascendo, Io so
  • Principio basilare: purezza assoluta dell’Essere, autoconoscenza, consapevolezza
  • Simbolo: fiore di loto a 1000 petali
  • Parti del corpo collegate: cervello, calotta cranica, sistema nervoso centrale
  • Ghiandola associata: epifisi.

La personalità Sahasrara

Riportiamo una sintesi delle tipologie umane basate sui chakra indù, descritte da Cyndi Dale nel suo manuale Il corpo sottile, la grande enciclopedia dell’anatomia energetica (Bis Edizioni).

Gli individui tendono a trarre energia più da un chakra specifico che da tutti gli altri. Abbiamo anche la tendenza a “dimorare” in un determinato chakra mentre saliamo la scala della kundalini. Le descrizioni delle varie personalità sono basate sulle riflessioni di Harish Johari, rinomato esperto di spiritualità orientale e autore di molti libri sui chakra indiani e tantrici.

La personalità SAHASRARA

Il settimo chakra è il punto più alto al quale può giungere la kundalini nel suo percorso.

Qui, l’io individuale si dissolve nello spirito universale, creando paradossalmente l’occasione per diventare il “vero Io”.
Chi si trova a questo livello vive un’estasi costante, essendo simultaneamente “se stesso” e “tutti”.

Idealmente, una tale unione richiederebbe distacco dalla fisicità e di conseguenza libertà dalle sofferenze, dalle difficoltà e dalle umiliazioni del mondo.
Ma questa scissione può portare anche a una forma d’impassibilità, un senso di distanza e la percezione di essere soli seppur all’interno di un gruppo.

La personalità Sahasrara di norma è capace di manifestarsi attraverso le sue siddhi, o poteri.
Ciò fornisce un’occasione eccezionale per aiutare gli altri.
Molti possono raggiungere una condizione simile o vicina a quella di un consigliere spirituale grazie alla ricchezza dei propri doni illuminati.

Tuttavia, alcuni individui Sahasrara confondono le loro doti con il sentirsi speciali e si trasformano in individui egocentrici.
In altre parole diventano dipendenti dalla fama e dalla ricchezza che accompagnano le persone più dotate.

Chakra Sense 7

Già in Biofotoni e Autoguarigione, l’ing. Stefani e il dott. Oliviero presentavano il dispositivo NAMASTÈ, creato sulla base della teoria dei biofotoni di Popp.
Con il dispositivo NAMASTÈ sono stati realizzati anche dei rimedi per armonizzare i Chakra.

I rimedi hanno preso il nome di Chakra Sense. Sono nove, uno per ogni singolo chakra più due armonizzatori.

I Chakra Sense possono essere prescritti dopo l’esecuzione di un test kinesiologico quantistico, di un test mediante apparecchiature bioelettroniche (EAV, Mora, Vega ecc.) o in base a una minima conoscenza della diagnostica dei chakra.

Riportiamo in questa breve guida al terzo chakra anche la composizione del Chakra Sense 7, riferito proprio al chakra Sahasrara.

I Chakra Sense si trovano presso tutte le farmacie nazionali, previa richiesta, oppure online su bioregenera.com.N.B.: L’esperienza di Biofotoni e Autoguarigione, approfondita secondo le ricerche sviluppate negli ultimi anni dall’ing. Stefani e dal dott. Oliviero è racchiusa e approfondita in Episcienza.

Chakra Sense 7 è così composto:
Ginepro (Juniperus communis L.) giovani getti, acqua, alcol, stabilizzante (glicerina).