Si tratta di un argomento che ogni tanto riprendiamo perché non smette di essere interessante e ogni volta ci regala nuove informazioni.
Questa volta ne parliamo grazie a un libro scritto dalla coppia Meurois-Givaudan, insegnanti di terapie essene e viaggiatori multidimensionali.
Da questo angolo incantato, Daniel verrà portato di volta in volta su altri piani – anche temporali – per comprendere verità storiche cancellate e viverle sulla sua pelle.
O per visitare la Biblioteca, in cui i libri si leggono senza bisogno di aprirli.
O per ammirare un museo unico, di riproduzioni di statue terrestri, alcuni finite in fondo al mare e ancora non rivelate agli esseri umani.
Queste statue così grandi e particolari, per lo più raffigurano divinità, e questo spinge il protagonista a domandare alla sua guida quali profonde verità accomunano tutte le religioni.
La guida di questi avventurosi viaggi è un insegnante attento e coinvolgente, ci porta conoscenze nuove e ci invita a riflettere in modo consapevole sul nostro passato e sulla nostra identità di umani.
Un affascinante e interessante atlante di viaggio con insegnamenti profondi e curiosità incredibili, in veste di racconto, per chi dentro di sé non ha mai smesso di sapere che, per citare Shakespeare, “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia”.

Fra poco la tua missione in astrale avrà fine, quando ti avrò fornito dei particolari sulla nuova esistenza degli uomini dopo la fine degli Atlanti: allora ti riposerai e mi vedrai più di rado.
L’Anima che ancora possiede un corpo fisico non deve attardarsi in questi luoghi, per evitare che il suo ritorno sulla Terra sia accompagnato dall’amarezza.
L’uomo che si abbandona alle delizie dell’Astrale finisce per attaccarvisi troppo, e allora la sua caduta sarà ancora più dura.
Se hai un corpo, è perché devi fare qualcosa con quel corpo.
Come vedi, ripeto, non si deve sviluppare attaccamento per l’Astrale così come non lo si deve sviluppare per il mondo fisico, perché entrambi sono soltanto i riflessi, a livelli diversi, di una realtà superiore.
Se ti viene consentito di conoscere l’Astrale, non è per lustrarti gli occhi, né perché tu possa trarne motivo di orgoglio, ma per imparare, comprendere e fare comprendere.
Non sviluppare attaccamento né verso questa natura meravigliosa né verso la mia persona, perché essa ed io siamo entrambi transitori.
Quando avrò esaurito il mio compito, verrà il giorno in cui non mi conoscerai più sotto questa forma; verrà il giorno in cui questi luoghi ti sembreranno senza vita rispetto a quelli che ti rivelerà il tuo Spirito.
Che gli uomini, leggendo quanto è stato scritto fin qui, non facciano del mondo dell’Anima l’oggetto dei loro desideri: il mondo astrale è il mondo del dopo-vita, per coloro che non hanno ancora affinato sufficientemente il loro Io; nient’altro.
Non è né il paradiso né il nirvana. La realtà è nello Spirito.
Per quanto tu lo ripeta ai tuoi simili, non sarà mai abbastanza.
Se bisogna conoscere i piani astrali, non è per raggiungerli bensì per oltrepassarli, per non identificarli con la meta.
Con molto Amore, ogni essere può tornare in sé, nel suo Spirito.
Pregate, fate pregare, agite e fate agire perché questo avvenga.
Laddove l’Anima decresce comincia lo Spirito ed inizia la perfezione.
Se anche tu mi chiedessi di descriverti lo Spirito, sarebbe impossibile: le parole sono traditrici.
Sappi che lo Spirito ha un universo o degli universi, e che non è qualcosa di vago, anzi: esiste un corpo spirituale così come esiste un corpo astrale, e questo corpo si perfeziona indefinitamente contemporaneamente alla scintilla che lo anima, fino a raggiungere livelli inconcepibili per l’intendimento della carne e anche dell’Anima.
Lo Spirito è androgino. Lo Spirito proietta sulla Terra le sue marionette di carne e ossa. Può proiettarne fino a nove contemporaneamente.
[…]
Le proiezioni dello Spirito nella materia sono, indistintamente, maschi e femmine; devi capire che, siccome sei un uomo, un’altra parte di te vive attualmente un’esistenza in un corpo di donna, e così accade per ogni altro uomo. E naturalmente, è ovvio anche l’opposto: ogni donna ha un doppio maschile.
Da qui viene l’espressione “cercare la propria metà”.
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