Il libro di cui parliamo oggi, invece, è un piccolo manuale che riprende gli insegnamenti trasmessi da Walsch nelle sue precedenti pubblicazioni, applicandoli in maniera concreta alla quotidianità, suggerendo quindi come affrontare la vita e le sue sfide con integrità, autenticità e presenza di spirito.
Un libro che è un dono da fare a sé stessi e agli altri.
Neale Donald Walsch
Tre sono i principali temi che Walsch riprende dalle tremila pagine che compongono le Conversazioni con Dio e che riassume in quest’opera: le relazioni, il lavoro, e il mondo in generale.
L’autore sintetizza in maniera pratica alcuni concetti e ne approfondisce altri davanti a una platea di persone che chiedono delucidazioni e interpretazioni.
Ne deriva un piccolo libro preziosissimo, geniale e toccante.
Lo scopo dello scrittore è, come dice il sottotitolo “Istruzioni per l’uso”, fornire una guida pratica e guidarci a riflettere sulla nostra vera strada in questa Terra.
Un libro poetico e pratico, da leggere, rileggere e amare.
Tanto per cominciare, la vostra vita non ha nulla a che vedere con voi.
E questo potrebbe cambiare interamente la vostra idea su ciò che state facendo qui.
E la vostra vita non ha nulla a che vedere con il vostro corpo.
E anche questo potrebbe cambiare interamente la vostra idea su ciò che state facendo qui.
La vostra vita riguarda il progetto che è stato deciso da voi per voi, da quella parte di voi che nel nostro linguaggio chiamiamo anima.
Ho osservato che pochissime persone, durante questa particolare vita, hanno dedicato abbastanza tempo a prestare attenzione al progetto della loro anima. Io so di non averlo fatto.
Per gran parte della mia vita, ho prestato attenzione al progetto del mio ego, della mia mente, del mio corpo, in altre parole di quelle parti di me che pensavo coincidessero con chi ero veramente. E ho prestato pochissima attenzione al progetto della mia anima, al vero motivo per cui sono qui.
[…]
Quello che direi alle persone che si sentono intrappolate è di fare un piccolo test. Scrivete su un foglio di carta: “Le trappole in cui mi trovo”.
E poi descrivete in che trappole vi trovate, per esempio: “Ho un lavoro che non mi piace per niente, ma se lo lasciassi non guadagnerei più quanto adesso, e non potrei avere le cose che ora posso offrire a me stesso e a chi dipende da me”.
Questa è una trappola.
E poi scrivete: “Che cosa succederebbe se mi tirassi fuori da questa trappola?”.
E poi, dopo aver considerato cosa accadrebbe se vi liberaste dalla trappola, passate al terzo punto: “Che cosa succederebbe se lo facessi comunque?”.
Capite? Scoprireste che il mondo continua a girare lo stesso.
Ho imparato una grande lezione da una donna straordinaria […]. Una volta eravamo in macchina insieme, e io le ho detto che avrei voluto davvero fare una cosa, ma per farla avrei dovuto lasciare il lavoro, e non credevo di potermelo permettere per svariati motivi, non ultimo il fatto che diverse persone dipendevano dalla mia posizione.
Lei mi ha guardato con una certa calma, e mi ha detto: “Capisco, e cosa pensi che farebbero queste persone se tu morissi domani?”
Le ho detto: “Beh, è una domanda ingiusta, perché probabilmente non morirò domani”.
E lei mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto: “No, stai morendo adesso”.
E in quel momento ho deciso di vivere; ho deciso di vivere la mia vita.
Ed è questo che direi a chiunque si senta intrappolato, che si tratti di lavoro o di qualsiasi altra situazione.
A quanta parte della vostra vita siete disposti a rinunciare? E quanta parte della vostra vita siete disposti a reclamare? E una volta che l’avete reclamata, quanta parte della vostra vita siete disposti a dare agli altri?
Non parlo di solo di cose materiali, ma della gioia, della felicità che ora risiede nella vostra anima.
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