Tempo di lettura: 5 minuti
Una breve nota per esporre il più scientificamente possibile quanto accade in alcuni casi al pozzetto emittente una tonalità viola del dispositivo Olisté e perché tale presenza risulti fondamentale.

Aggiornamento del 30 giugno 2021.

La luce viola

Alcuni tra coloro che utilizzano Olisté ci hanno segnalato che a volte il pozzetto emittente si spegneva e veniva così a mancare la “luce viola” a volte dopo qualche ora di funzionamento, a volte dopo pochi minuti dalla prima accensione di Olisté.

Ricordiamo che tutti i dispositivi vengono da noi testati per 24 ore consecutive prima della spedizione.

A seguito di questi episodi, molti ci hanno chiesto se fosse ugualmente possibile utilizzare Olisté.

Abbiamo sempre risposto che avremmo provveduto alla riparazione o sostituzione dell’apparecchio entro 24/48.

Il nostro consiglio era di utilizzare lo strumento in queste condizioni solo nella funzione OLISTÈ per il rispristino delle funzioni fisiche con un terminale posto a contatto della parte da trattare.

L’emissione della tonalità “viola” è, infatti, indispensabile sia per il corretto funzionamento ed equilibrio delle emissioni dell’apparecchio sia per la protezione psico-energetica dell’operatore.

Cos’è quella luce viola?

La banda di emissione del pozzetto viola corrisponde da un lato alla soglia dell’ultravioletto visibile all’occhio umano e dall’altro lato alla “barriera” per la presenza di forme energetiche prive di corpo o condensazione fisica, che giustamente non devono venir captate dal nostro organo visivo fino a che non avremo raggiunto un livello di consapevolezza sufficiente alla nostra protezione.

Tali forme energetiche sono tuttavia percepibili con alcuni dei nostri sensi fisici e per i soggetti più sensibili (nel seminario di geobiologia dell’ing. Stefani si accompagna gradualmente alla percezione di questa realtà; pubblicheremo più avanti alcune tecniche e alcuni passaggi da fare in completa sicurezza), non devono assolutamente impressionarci o spaventarci, fanno parte del nostro Universo e in qualche maniera ci sono pure di aiuto.

Ma cosa è successo ad alcuni Olisté?

Cerchiamo di capire cosa è successo e cosa succede a Olisté in alcuni casi.

I primi dispositivi che abbiamo visionato a seguito di questo problema sono stati analizzati e riparati presupponendo che il guasto fosse da imputare a un lotto di componenti, che pur essendo certificati RoHs, presentavano una anomalia intrinseca.

Solo dopo una seconda segnalazione da parte degli stessi utilizzatori per il ripetersi del medesimo problema, al rientro abbiamo sottoposto l’apparecchio a una analisi approfondita sui componenti e chiesto conferma di verifica al fornitore (produttore inglese), inviando un campione per l’analisi, campione che oltretutto era funzionante, ma con una soglia di innesco completamente variata dai dati iniziali di costruzione.

La risposta del fornitore è stata quella classica, ovvero di un possibile elemento sfuggito ai controlli di qualità; tuttavia, non hanno saputo rispondere al quesito che alcuni componenti, anche appartenenti a lotti diversi, “variavano” le caratteristiche, aumentando inspiegabilmente il valore di soglia per l’accensione.

La nostra spiegazione

Alcuni utenti, studiosi di energie sottili, hanno confermato il nostro sospetto.
Con dei test effettuati “a colpo sicuro” abbiamo avuto la conferma che attendavamo per questo fattore di varianza.

Cosa succede, quindi?

In sostanza, qualora l’apparecchio venga a trovarsi in una zona particolarmente congesta oppure in prossimità di fonti emettitrici di congestioni biologiche o naturali o artificiali, il livello di soglia inversa di questo componente (la tensione inversa a cui resiste il componente stesso) viene a variare, e lo stesso accade per la soglia di accensione dello stesso.

Sembrerebbe (usiamo il condizionale per rispetto della scienza) che si formi una barriera di cariche positive sull’anodo del componente che ne impediscono la messa in marcia.

A livello sottile (eterico) tutto ciò è ben spiegabile ed è anche un buon indice di operatività del sistema; di controparte, ovvero a livello tecnico-fisico, nessun materialista potrà accettare una spiegazione energetica, ma insisterà solo sulle cariche anodiche come conseguenza reale della soglia variata, anche se il costruttore non ammette tale possibilità (la scienza non è la Scienza!).

Olisté è sicuro

Vorremmo rassicurare tutti coloro che utilizzano Olisté o che stanno pensando di acquistare lo strumento: non preoccupatevi qualora riscontraste questa anomalia.

Contattateci e provvederemo alla sistemazione dell’apparecchio.

È indispensabile che la soglia “viola” sia accesa se si inizia a utilizzare l’apparecchio nella funzione “viaggi nel tempo”, perché è uno scudo fondamentale.

Per una verifica “fai da te” (comunque temporanea), provate a inserire il LAB e verificare che la luce “viola” sia accesa; se così avviene, è possibile utilizzare normalmente Olisté (una delle due luci “viola” deve essere accesa).

Le due foto sono state scattate con un apparecchio modificato così da poter registrare una ampia gamma di ultravioletti in maniera tale da poter identificare con precisione forme ed emissioni in tale range di frequenze.

Nella seconda foto si può notare che il pozzetto viola, pur avendo al centro una emissione bianca (prima foto), non risulta nella gamma del nero (invertito) come per il pozzetto bianco e lo stick, ma rimane costante.

Si notano, invece, le concentrazioni (piccola nube) sopra il pozzetto viola e un agglomerato energetico (favorevole) in alto a destra, non visibile a occhio nudo (risulta nero, ma in realtà è trasparente ai nostri occhi), emesso dal pozzetto bianco (camera di risonanza).

Per qualsiasi dubbio o informazione contattaci a info@biofotoni.com!