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Lo zero è il numero più misterioso perché nel suo potere di annullare o di moltiplicare permette al concetto astratto del nulla di manifestarsi come origine e fonte primaria di tutto ciò che esiste.

Nella numerologia, lo zero conferisce potere al numero che lo precede, amplificandolo all’ennesima potenza, e contemporaneamente si manifesta come lato ombra del numero 9, l’archetipo Junghiano dell’angelo caduto.

Il Punto Zero è totale contemporaneità, presenza simultanea di tutto ciò che esiste.

Guido Rossetti

Tale numero è collegato al “Campo del Punto Zero” della fisica quantistica, il campo di infinite possibilità che rappresenta il vuoto dal quale scaturisce l’intera creazione.

Con il famoso “collasso della funzione d’onda” non facciamo altro, in ogni momento, che amplificare il nostro potere di creare la realtà sulla base dei nostri pensieri e delle nostre credenze.

Le scelte che facciamo ogni giorno, attraverso le vibrazioni che offriamo al nostro “Campo del Punto Zero”, determinano il tipo degli eventi sincronici che attiriamo nella nostra vita.

Più la nostra intenzione è coerente e libera da interferenze inconsce, maggiore sarà la possibilità di realizzare i nostri desideri.

Noi siamo sempre connessi al campo di tutte le possibilità mediante il Punto Zero al centro del nostro essere.

Attraverso molto esempi e con un linguaggio accessibile a tutti, Guido Rossetti esamina il tempo in cui viviamo, che viene descritto come un Punto Zero nel quale l’intera umanità è a un incrocio dei destini, e in esso si aprono finestre temporali su molteplici nuove possibilità.

Lo scrittore ci porta con mano a considerare che ogni attimo tra due pensieri, quello spazio apparentemente dominato dal vuoto cosmico, dallo zero interiore, rappresenta proprio l’infinito presente.

Questo libro risponde in modo esaustivo alle molteplici domande che ci siamo sempre posti nella vita quotidiana: “Chi siamo? Da dove veniamo? Come possiamo creare il nostro futuro?”, e ci apre uno scenario innovativo, dominato dal silenzio, che è esattamente il contrario di quello che siamo abituati a fare.

Abbandonarsi al vuoto interiore è come sbilanciarsi oltre il parapetto delle nostre certezze, rinunciando alla pretesa della mente di voler capire razionalmente il disegno del Tutto.

Anche nei momenti più difficili possiamo elevarci oltre il dolore e la sofferenza, comprendendo che esiste un progetto universale di cui facciamo parte, e che ogni cosa accade nel nome di una perfezione più grande.

Guido Rossetti è un noto numerologo e formatore, e ha scritto questo bel libro dopo vaste e approfondite ricerche che lo hanno condotto da Jung a Steiner, da Campbell alle sacre scritture, dal Graal all’alchimia, da Trismegisto al maestro Maharishi, e molti altri, in una danza tra numeri, simboli, archetipi, arte e scienza.

Nel testo sono anche inserite meditazioni guidate ed esercizi, che guidano ad attraversare il portale del tempo odierno, il quale conduce a una nuova dimensione dell’essere.

Il Potere del Numero Zero

Di seguito ti lasciamo un breve estratto del libro.

Usando una metafora, la nostra vita è come la sala proiezioni di un film cosmico, nella quale assistiamo al dispiegarsi del nostro destino, fotogramma dopo fotogramma.

Siamo così immedesimati nel ruolo di attori, che non ci concediamo più intervalli in sala, e così non ci accorgiamo mai dello schermo bianco, che rappresenta il vuoto angosciante dal quale cerchiamo di sfuggire con ogni distrazione possibile.

Eppure, quel grande telo vuoto che non riusciamo più a vedere è l’infinito, il numero zero, la sorgente stessa del nostro essere.

Possiamo immaginarci seduti nella poltrona di un cinema; davanti a noi c’è un grande schermo bianco, sul quale sta per essere proiettato un film.

A differenza di uno schermo normale, questo non è delimitato da alcun confine e intimamente sappiamo di assistere alla rappresentazione della nostra vita.

Questa metafora rappresenta la nostra verità essenziale: siamo infinito, estensioni della coscienza universale, ed esistiamo indipendentemente dalle storie che proiettiamo sul grande schermo dell’esistenza.

Secondo Platone, noi veniamo al mondo con un progetto di vita scelto da noi stessi che, come un film, implica già una sceneggiatura, dei personaggi e una trama. Nel momento in cui assumiamo un corpo e ci caliamo in questa realtà fisica, ha inizio lo spettacolo della nostra vita.

Tuttavia, anche se abbiamo scelto noi il copione e scelto gli attori coi quali interagire, venendo su questa terra ci dimentichiamo di tutto e ci identifichiamo nelle gioie e nei dolori del protagonista.

Mentre il film della nostra vita si dispiega, siamo sempre più coinvolti nei drammi del nostro personaggio, così non ci accorgiamo più della realtà sottostante, il grande telo bianco della consapevolezza.

Questo schermo illimitato, sul quale proiettiamo le vicissitudini della nostra esistenza, rimane sempre intatto, perché è la verità assoluta nascosta dietro il mondo cangiante delle forme.

Nel momento in cui smettiamo di identificarci col personaggio della proiezione, scopriamo di essere un tutt’uno col “grande monitor”, fatti della sua stessa sostanza (pura coscienza) e che non cesseremo mai di esistere, nemmeno alla fine del film.

Lo schermo bianco è come lo spazio vuoto che si sperimenta tra un pensiero e l’altro durante la meditazione.

Anche se rappresenta la nostra verità essenziale, non riusciamo a percepirlo perché è celato dalla percezione ingannevole dei sensi.

Per prendere coscienza di questa dimensione nascosta, dobbiamo rallentare e concederci il tempo di contattare il nostro testimone silenzioso all’interno, nascosto dall’incessante attività della mente razionale.

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