Intendiamo i cambiamenti in generale, anche quelli positivi.
Perché si ha paura di sbagliare, o perché si teme il giudizio altrui, o per una serie di ragioni diverse.
Certo, se è una scelta personale, è molto più facile adeguarsi; chi ci mette meno tempo e chi si adatta velocemente.
Non lo ama, perché cambiare significa fare un passo in un terreno inesplorato.
Neale Donald Walsch
Il vero problema nasce quando il cambiamento è esterno a noi: magari qualcosa di grandioso che coinvolge l’intera popolazione, un trauma collettivo, una catastrofe…
Oppure si tratta di qualcosa che capita solo a te, ma che non hai deciso tu, come la perdita del lavoro o del partner, problemi finanziari, e simili.
Poi ci sono i cambiamenti belli, ma che diventano anche una piccola (o grande) sfida: un matrimonio, una casa nuova, un lavoro nuovo.
Tutto ciò che ci sposta dallo status quo verso una zona nuova può arrecare disagio, o metterci del tutto sottosopra.
Il punto è che non si tratta dell’evento in sé, ma di come lo vivi.
Quale emozione accompagna la novità? Quale pensiero c’è dietro a quella emozione?
Gli eventi sono solo eventi, ma tu quale significato dai a quell’avvenimento?
Niente ha significato tranne quello che tu gli dai.
Il libro che ti proponiamo in questo consiglio di lettura è un piccolo gioiellino di saggezza, che spiega i meccanismi della mente, li rivela permettendoci di comprenderne i giochi, i tentativi di difesa dell’ego e soprattutto i collegamenti che facciamo, che sono del tutto personali.
Sono proprio i collegamenti che facciamo a generare emozioni di vario tipo: senso di abbandono, di colpa, paure e rabbia, e molto altro.
Ma il libro ci regala anche la chiave di volta a tutto questo: rivelando i meccanismi in cui cadiamo, ci permette di fare un passo indietro e comprendere cosa ci spinge a reagire in quella data maniera, per poter modificare l’assetto dei pensieri e avere una risposta più adeguata.
I cambiamenti nella tua vita non si fermeranno.
Ciò che può essere cambiato è il modo in cui affronti il cambiamento, il modo in cui vieni cambiato dal cambiamento.
Lo stile del libro è molto leggero: l’autore, Neale Donald Walsch parla direttamente con il lettore, gli dà del tu, lo sprona a fare una pausa nella lettura, o rallenta con frasi come “Ho appena detto una cosa molto importante e non voglio che ci passi sopra. Quindi lascia che te lo dica di nuovo. Ho detto….”.
Le sue spiegazioni attingono a campi diversi, dalla fisica alla psicologia, alla spiritualità.
Tra un capitolo e l’altro sono inserite le poesie di Em Claire, moglie dell’autore. Si tratta di poesie che con la loro sensibile delicatezza aiutano ulteriormente ad aprirsi alla propria consapevolezza.

Una particolarità di questo testo è che è interattivo.
Il libro invita a porsi domande e a trascriverle, invita a parlare con gli altri e confrontarsi, invita anche a iscriversi al sito creato dall’autore, un luogo virtuale n cui i lettori del libro possono commentare o chiedere spiegazioni dei suoi contenuti, ma anche, molto più importante, entrare a far parte di un gruppo, chiedere aiuto e aiutare chi è passato dallo stesso momento di sconforto.
La lettura di questo testo offre vari spunti di comprensione profonda e sorprende rendersi conto di come tutto sia chiaro e lampante visto da questa nuova prospettiva, semplice e adeguata.
Comprendere noi stessi è la chiave della serenità.
La maggior parte delle persone crede che la paura sia generata direttamente dall’evento.
Non è vero.
E lo prova il fatto che l’emozione non nasce nello stesso modo in persone diverse. A volte, ma raramente.
Un leone che ruggisce può spaventare un individuo e non un altro (per esempio, un domatore). L’altezza può generare paura in alcune persone e non in un’altra (un equilibrista, per esempio).
Pronunciare un discorso può addirittura gettare nel panico, mentre per altri (un conferenziere, un intrattenitore) può essere una situazione persino piacevole e gratificante.
Allora, siamo d’accordo che non è detto che due persone facciano la stessa esperienza (paura) quando affrontano un evento esterno?
Anzi, se ci pensiamo, lo stesso evento non provoca la stessa esperienza nella stessa persona in occasioni diverse.
E allora, che cosa provoca la paura? Se non è il leone che ruggisce, l’altezza della scala o il pubblico in attesa di ascoltarti, allora cos’è?
È una cosa dentro di te.
Sono le tue idee, i ricordi, le proiezioni, i concetti, i timori, i desideri, ciò che ti condiziona, ecc. e tutto questo rientra in una categoria ampia.
Pensieri.
Sono i tuoi pensieri che generano le tue paure, nient’altro, i pensieri sono i produttori di tutte le emozioni.
[…]
Ciò significa che sei tu a creare le tue emozioni.
Questa è un’altra informazione molto utile. Non lo ripeterò mai abbastanza.
La maggior parte degli individui non pensa di creare le proprie emozioni, pensa di provarle e basta. Come fiocchi di neve o gocce di pioggia che cadono dal cielo.
Le persone dicono spesso di essere sopraffatte dall’emozione.
In realtà, le emozioni si scelgono. La mente decide di sentirsi in un certo modo.
Le emozioni sono un Atto di Volontà.
Lo ammetto, questa è difficile da accettare, è un’affermazione pesante.
Se la accetti, sei subito responsabile di tutto: di come ti senti, di come ti comporti con gli altri a seconda dell’umore… quindi, quando sentiamo questa frase, cerchiamo una “scappatoia”.
(“Ci deve esser un modo per non sentirmi responsabile di come mi sento. Voglio dire, posso capire di essere responsabile di quello che faccio con i miei sentimenti, ma non dei sentimenti stessi! Non posso essere responsabile anche di questo. Mi sento come mi sento, dannazione, questa è la mia verità”).
Hai mai pronunciato parole simili?
Tuttavia l’uomo non potrà mai evolversi finché non si renderà conto del ruolo che gioca nella creazione delle sue emozioni.
Lo ripeto: le emozioni si scelgono. La mente decide di sentirsi in un certo modo.
E lo fa così velocemente che ti sembra di non esercitare alcun controllo sulle emozioni.
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